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di è un affascinante ritratto della del dopoguerra, vista attraverso gli occhi di un napoletano trapiantato. Una delle vette della del italiano… leggi tutta la recensione su www.valeriotagliaferri.it o ascoltala gratis sul su e

[r] _ l’italia sommersa e la francia emersa: tre interrogativi e una constatazione

L’ITALIA SOMMERSA E LA FRANCIA EMERSA: TRE INTERROGATIVI E UNA CONSTATAZIONE
(gli anni Ottanta e Novanta e la spiegazione di una situazione italiana che perdura)

1) Cosa succedeva in Francia tra la metà degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta, ossia quando in Italia scomparivano Italo Calvino (1985), Adriano Spatola (1988), Enrico Filippini (1988), Antonio Porta (1989), Giorgio Manganelli (1990), Carmelo Samonà (1990), Achille Cavellini (1990), Corrado Costa (1991), Patrizia Vicinelli (1991), Luciana Arbizzani (1991), Valerio Miroglio (1991), Pier Vittorio Tondelli (1991), Stefano D’Arrigo (1992), Germano Lombardi (1992), Silvano Martini (1992), Gianni Sassi (1993), Giovanni Testori (1993), Antonio Neiwiller (1993), Luigi Pasotelli (1993), Paolo Volponi (1994), Luciano Anceschi fondatore del «verri» (1995), Giuseppe Guglielmi (1995), Franco Beltrametti (1995), Anna Malfaiera (1996), Edoardo Cacciatore (1996), Amelia Rosselli (1996), Giordano Falzoni (1998), Toti Scialoja (1998), Vincenzo Accame (1999), Renato Pedio (1999), Annalisa Alloatti (2000) ?

[N.b.: nel 1986 Emilio Villa era stato colpito da ictus e conseguente afasia. Poco fuori dal cerchio degli anni Novanta scompaiono Giovanni Ragagnin (2003), Carmelo Bene, Emilio Tadini, Giovanna Sandri e Franco Lucentini (2002), Alice Ceresa e Roberto Sanesi nel 2001].

2) Cosa succedeva in Francia quando in Italia si esauriva l’esperienza di «Lotta poetica» (1987), «Alfabeta» (1988), poi quella del «Cavallo di Troia» (1989), quella di «Tam Tam» (1991), quella di «Videor» (1991), quando la storica rivista «Altri Termini» chiudeva definitivamente i battenti (1992), l’impegno di «Abiti lavoro» si interrompeva nel 1993, quello di «Molloy» nello stesso anno, e smetteva di uscire la roversiana «Rendiconti» (fine anni ‘90), nonostante esistessero e resistessero «Baldus» (fino al 1996, dal 1990) e «Campo» (di Francesco Leonetti) ?

3) Chi avviava in Francia nuove ricerche letterarie, nel momento in cui (1988) in Italia nascono due riviste diverse e tuttavia entrambe legate a una (fiducia forte nella) persistenza del genere “poesia”, come «Versodove» (a Bologna) e – nome inequivocabile – «Poesia», di Nicola Crocetti (a Milano); e nel momento in cui il testo di Roberto Roversi più sperimentale e meno lontano dalla neoavanguardia, ossia Le descrizioni in atto (iniziato nel 1963, uscito in ciclostile dal 1969), aveva la sua ultima edizione a stampa nel 1990 (per Coop Modem), prima dell’autoantologia d’autore che Sossella pubblica nel 2008 ?

Questo succedeva in Francia:

>>> tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta [ritroviamo autori come Christophe Hanna, Nathalie Quintane, Charles Pennequin, Christophe Fiat, Olivier Cadiot, Pierre Alferi, Jean-Michel Espitallier, Christophe Tarkos, Vannina Maestri e altri] su un certo numero di riviste, riviste che sono del resto essi stessi a creare, visto che nessuno dei “grandi” periodici allora sul mercato sembra corrispondere a quello che stanno facendo o a quello che sperano di leggere. Vannina Maestri, Jean-Michel Espitallier e Jacques Sivan fondano Java nel 1989; io metto in piedi Nioques nel 1990; Nathalie Quintane, Christophe Tarkos e Stéphane Bérard creano RR nel 1993; Christophe Fiat e Anne-James Chaton fondano TIJA (The Incredible Justine’s Adventures) nel 1997, Olivier Cadiot e Pierre Alferi pubblicano i due numeri della Revue de Littérature Générale tra il 1995 e il 1996, Vincent Tholomé fa uscire nel marzo del 1996 il primo numero di TTC (Tombe tout court), su cui appaiono fin dall’inizio i nomi di Charles Pennequin e di Christophe Tarkos, seguiti ben presto da quelli di Vannina Maestri e di Jacques-Henri Michot; Christophe Tarkos e Katalin Molnar fondano Poézie prolétèr nel 1998… Non si può negare che tutto questo contribuisca a definire uno specifico campo, o, meglio, un territorio preciso all’interno di uno specifico campo. In parte, si tratta di una reazione a quello che, dopo il 1980, si è venuto presentando come un ritorno al “lirismo” e ai fondamenti tematici e formali della poesia poetica (quella che io chiamo “ri-poesia”). In parte, si prendono le distanze dallo “stile” delle ex neoavanguardie, testualiste o formaliste che siano, egemoni nel corso del doppio decennio degli anni Sessanta-Settanta (in sostanza: posa teorica seriosa, atteggiamento profetico-ideologico, rigore dogmatico, struttura gruppuscolare e una certa propensione alle “teorie d’insieme” — il tutto secondo un modello di funzionamento largamente ereditato dalle avanguardie storiche degli anni Venti e Trenta). Contro i primi, ci si rifiuta di credere che la “fine” delle avanguardie possa aprire le porte a una restaurazione pura e semplice della Poesia, intesa sub specie æternitatis. Contro i secondi (o meglio: contro e assieme ai secondi) vengono acquisite tutte quelle interrogazioni e conquiste critiche della modernità poetica in grado di funzionare come punto di partenza e di permettere, poi, con assoluta libertà di movimento (con ironia e umorismo per molti), la creazione di forme e oggetti nuovi, ibridi, post-poetici e trans-generici. Ci troviamo così di fronte a un momento e a uno spazio che si costituiscono ormai privi di un centro o di un polo d’attrazione dominanti. La nozione di rete si fa assai più pertinente rispetto a quella di gruppo, o di movimento. Lo spazio comune di cui sto parlando è composto di micro-spazi (nel mio vocabolario: “capanne”) più o meno effimeri e transitori, dove la circolazione è libera.<<<

(Jean-Marie Gleize, Il senso delle parole)

E qual era la situazione dell’editoria mainstream in Italia tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Novanta? Ecco: https://slowforward.net/2022/02/21/poesia-per-il-pubblico-a-k/.

Una constatazione a chiusura di questa sequenza di dati non può dunque non riguardare la situazione disgraziata, depressa e deprimente dell’Italia rispetto (almeno) alla Francia. Ma altro si potrebbe dire a proposito di quel che è accaduto (esploso, si direbbe, o fiorito – per usare una vecchia metafora) tra anni Ottanta e primi Duemila soprattutto tra Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna.

Restando al nostro Paese, non rimane che tirare così le somme di quanto annotato e (ripetendo quasi alla lettera un tassello di Poesia per il pubblico) sottolineare che i lettori (e poi autori) italiani che hanno vissuto la propria formazione letteraria negli anni Settanta e primi Ottanta hanno potuto incontrare naturalmente, agevolmente, nel contesto attorno e nelle offerte librarie, un’editoria e un quadro di conflitti che alle generazioni successive sono stati letteralmente sottratti. Semplicemente negati. Una cancellazione e negazione che ha avuto – nell’editoria mainstream prima e nelle richieste della distribuzione all’editoria poi – dei soggetti particolarmente solerti, il cui operosissimo e ormai quarantennale lavoro ha portato alla situazione attuale: ha portato cioè direttamente al tipo di poesia o re-poésie / ri-poesia che rappresenta la stragrande maggioranza di quel che purtroppo è dato di leggere in Italia, oggi e ormai da tempo. E non soltanto in pubblicazioni mainstream, né soltanto nelle librerie di catena.

video completo della ‘finestra di antonio syxty’ dedicata all’”antologia di ricercabo”, con leonardo canella e andrea inglese

La Finestra di Antonio Syxty presenta Antologia di RicercaBO. Laboratorio di nuove scritture 2007-2023 a cura di Renato Barilli e Leonardo Canella, Manni editore 2024 – in conversazione con Leonardo Canella e Andrea Inglese con 2 interventi registrati di Alessandro Broggi.

L’ antologia raccoglie alcuni dei testi migliori di RicercaBO, il laboratorio di ricerca di nuove scritture ideato da Renato Barilli e Nanni Balestrini nel 2007 sulla scia del precedente RicercaRE nato nel 1993.
Molti i nomi che vi hanno partecipato e che sono poi diventati noti.
Tra le direzioni emerse, quella che vede più sfumati i confini tra prosa e poesia all’insegna della brevità e del comico, eredità delle avanguardie storiche e delle neoavanguardie, Gruppo 63 in primis.
Accanto a questa linea la narrativa, con racconti e stralci di romanzo che offrono un quadro complessivo e aggiornato degli ultimi due decenni della letteratura italiana.

il libro sul sito dell’editore:
https://www.mannieditori.it/libro/antologia-di-ricercabo

indice e ulteriori informazioni:
https://slowforward.net/2024/08/20/antologia-ricercabo-tutte-le-info/

www.mannieditori.itAntologia di RicercaBO | Manni EditoriQuesta antologia raccoglie alcuni dei testi migliori di RicercaBO, il laboratorio di ricerca di nuove scritture ideato da Renato Barilli e Nanni Balestrini nel 2007 sulla scia del precedente RicercaRE nato nel 1993. Molti i nomi che vi hanno partecipato e che sono poi diventati noti. Tra le direzioni emerse, quella che vede più sfumati i confini tra prosa e poesia all'insegna della brevità e del comico, eredità delle avanguardie storiche e delle neoavanguardie, Gruppo 63 in primis. 

“La ragazza di nome Giulio” apparve nel 1964, suscitando un certo scandalo. Il libro venne sequestrato per “aver gravemente offeso il comune senso del pudore” e l’autrice fu incriminata e condannata a sei mesi di reclusione. Nel successivo processo d’appello buona parte del mondo culturale e artistico sostenne Milena Milani che venne assolta e il libro fu dissequestrato.

Sono una lettrice semplice: Il Post se ne esce con un articolo dove si racconta la storia di un romanzo italiano giudicato osceno e io corro in biblioteca a prenderlo in prestito. Il romanzo è La ragazza di nome Giulio e l’autrice, Milena Milani, fu condannata a sei mesi di reclusione (che per fortuna non scontò) e al pagamento una multa, oltre al fatto che tutte le copie in commercio furono ritirate e pure il piombo necessario a stampare il libro fu distrutto.

Insomma, da una reazione scomposta di questo genere sembra che La ragazza di nome Giulio fosse pericoloso come il pizzino di un boss mafioso e invece a leggerlo oggi è un bel romanzo – io l’ho letto molto volentieri in mezzo all’afa mortifera di quest’estate e mi azzardo a dire che è un libro perfetto per la spiaggia se non ne potete più di gialli e thriller e non temete qualcosa di più corposo. Non sfugge però cosa potesse esserci di indigesto per qualche lettorə del 1964: Milani fa un racconto piuttosto esplicito e piuttosto realistico di quelle che dovevano essere le prime esperienze sessuali di una ragazzina in un contesto così sessista e sessuofobico.

Oggi il fatto che Jules, senza un straccio di educazione sessuale o di libertà di esplorare senza paura i propri desideri, finisca per essere insoddisfatta dei suoi partner sessuali non ci sorprende. Anzi, ci stupiremmo del contrario: praticamente la storia di Jules ci sembra familiare tante sono lo storie di donne insoddisfatte della loro vita sessuale che ci sono arrivate dai primi decenni del secolo scorso. Ma nel 1964 il romanzo deve essere stato una tempesta perfetta: un eros femminile non solo esplicito, ma anche voluto e ricercato, uomini italici non all’altezza del suddetto eros e allo stesso tempo esperienze omosessuali ricordate con piacere; il tutto scritto pure da una donna. C’erano tutti gli ingredienti perché a qualcunə partisse un embolo.

Vorrei poter scrivere che tanta pruderie ce la siamo lasciata alle spalle, ma non sono sicura che se un libro simile uscisse oggi, non si scatenerebbe un putiferio. Certo, si spera non si condanni nessunə alla reclusione o si ordini il sequestro dell’opera, ma in un Paese dove un bacio tra due donne o due uomini è facilmente bollato come pornografia non ci possiamo dipingere come troppo migliorə: il focus della pruderie si è solo spostato.

https://lasiepedimore.com/2024/09/18/la-ragazza-di-nome-giulio-di-milena-milani/

L’importanza delle nella italiana del è ormai nota e riconosciuta: e per quanto riguarda l’ ? Questo volume colma una lacuna nella letteratura sul ruolo delle nella cultura italiana, prendendo in considerazione diverse figure emblematiche che hanno contribuito in modo cruciale alla storia dell’editoria e del del nostro Paese

⬇️ doi.org/10.54103/milanoup.163

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Questa antologia raccoglie alcuni dei testi migliori di RicercaBO, il laboratorio di ricerca di nuove scritture ideato da Renato Barilli e Nanni Balestrini nel 2007 sulla scia del precedente RicercaRE nato nel 1993. 
Molti i nomi che vi hanno partecipato e che sono poi diventati noti. 
Tra le direzioni emerse, quella che vede più sfumati i confini tra prosa e poesia all’insegna della brevità e del comico, eredità delle avanguardie storiche e delle neoavanguardie, Gruppo 63 in primis. 
Accanto a questa linea la narrativa, con racconti e stralci di romanzo che offrono un quadro complessivo e aggiornato degli ultimi due decenni della letteratura italiana.

Gli autori:
(sezione narrativa) Andrea Bajani, Bruno Benuzzi, Sandro Bonvissuto, Chiara Bottici, Alessio Caliandro, Chiara Cretella, Maddalena Fingerle, Simone Giorgi, Giovanni Greco, Gian Marco Griffi, Antonio Guiotto, Paolo Marino, Luciano Neri, Matteo Nucci, Serena Patrignanelli, Maurizia Torza, Alessio Paša, Veronica Raimo, Giorgio Vasta, Grazia Verasani
(sezione poesia e scritture di ricerca) Gian Maria Annovi, Alessandro Broggi, Antonella Bukovaz, Leonardo Canella, Marilina Ciaco, Mario Corticelli, Laila Falà, Marco Giovenale, Mariangela Guatteri, Andrea Inglese, Anna Lamberti-Bocconi, Rosaria Lo Russo, Lorenzo Mari, Renata Morresi, Aldo Nove, Gilda Policastro, Mariella Prestante, Valentina Proietti Muzi, Carlo Sperduti, Silvia Tripodi, Michele Zaffarano

Il libro è acquistabile dal sito Manni:
https://www.mannieditori.it/libro/antologia-di-ricercabo

Una prosa di Leonardo Canella su Nazione indiana, per parlarne:
https://www.nazioneindiana.com/2024/06/12/lantologia-di-ricercabo/

Dialogo di Antonio Syxty con Leonardo Canella:
https://www.youtube.com/live/W9fquhyI55Y

Altre segnalazioni in rete:
https://slowforward.net/2024/06/12/esce-lantologia-di-ricercabo-laboratorio-di-nuove-scritture-2007-2023-piero-manni-editore/
https://www.notizie.today/post/l-antologia-di-ricercabo-398054.html 
https://www.rosarialorusso-poesia-performance.it/antologia-di-ricerca-bo/

https://slowforward.net/2024/08/20/antologia-ricercabo-tutte-le-info/

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Questa antologia raccoglie alcuni dei testi migliori di RicercaBO, il laboratorio di ricerca di nuove scritture ideato da Renato Barilli e Nanni Balestrini nel 2007 sulla scia del precedente RicercaRE nato nel 1993. 
Molti i nomi che vi hanno partecipato e che sono poi diventati noti. 
Tra le direzioni emerse, quella che vede più sfumati i confini tra prosa e poesia all’insegna della brevità e del comico, eredità delle avanguardie storiche e delle neoavanguardie, Gruppo 63 in primis. 
Accanto a questa linea la narrativa, con racconti e stralci di romanzo che offrono un quadro complessivo e aggiornato degli ultimi due decenni della letteratura italiana. 

Il libro è acquistabile dal sito Manni:
https://www.mannieditori.it/libro/antologia-di-ricercabo

Una prosa di Leonardo Canella su Nazione indiana, per parlarne:
https://www.nazioneindiana.com/2024/06/12/lantologia-di-ricercabo/

Dialogo di Antonio Syxty con Leonardo Canella:
https://www.youtube.com/live/W9fquhyI55Y

https://slowforward.net/2024/07/05/antologia-ricercabo/

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