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Libri / “La corruzione del potere a Roma”: quando il potere logora chi ce l’ha 

Redazione

Lunedì 24 marzo 2025 alle ore 10 si terrà un incontro online dedicato al libro scritto dalla professoressa Domitilla Campanile. Il libro La corruzione del potere a Roma e i suoi precedenti nasce da un convegno internazionale tenutosi a Pisa nel 2023 e affronta un tema eterno e scivoloso: il modo in cui il potere, a Roma e ben prima di Roma, tende a corrompere chi lo esercita.

Il volume, curato dalle professoresse Domitilla Campanile dell’Università di Pisa e Anne Gangloff dell’Université Rennes 2 e pubblicato dalla Pisa University Press, la casa editrice dell’Ateneo pisano, dal cui sito è scaricabile gratuitamente (A QUESTO LINK), sarà al centro di un incontro con studiosi internazionali che si svolge on line lunedì 24 marzo alle 10.

Catalogo di vizi imperiali, ma non solo

Un libro che non si presenta certo come semplice catalogo di vizi imperiali o di nefandezze da manuale di storia: il lavoro scava piuttosto con metodo e profondità nei meccanismi, spesso sottili, che trasformano leader capaci in tiranni insopportabili, e uomini di Stato in mostri morali.

Il viaggio comincia da lontano, addirittura da Platone, passando per Isocrate e la teoria delle costituzioni, per poi affacciarsi sul mondo romano con la penna di storici, filosofi, letterati e giuristi dell’antichità. Si tratta di capire se il potere cambi la natura degli uomini o se, piuttosto, ne riveli quella autentica.

Il caso di Caligola

Particolarmente affascinante è l’analisi su Caligola, forse il simbolo per eccellenza dell’abuso di potere nella storia romana che però, più che corrotto dal potere, potrebbe essere stato semplicemente inadatto al ruolo, privo delle minime competenze per governare l’Impero. Un problema gestionale, insomma, più che etico.

Tra i ritratti più taglienti del volume troviamo anche quello tracciato da Svetonio, che mostra come alcuni imperatori siano passati da un inizio promettente a una degenerazione brutale, complice magari la morte di una persona cara o la pressione del ruolo, in una sorta di thriller psicologico ante litteram. Le biografie imperiali, tra cui quelle di Tiberio Nerone, rivelano quanto il potere possa trasformarsi in un’ossessione paranoica, fatta di paura, vendetta e solitudine.

Non manca la riflessione sulla “corruzione al femminile” all’interno della domus Augusta, dove il comportamento delle donne dell’élite imperiale era spesso strumentalizzato per colpire o esaltare i principi stessi. E poi c’è la giurisprudenza romana, che tenta di imbrigliare l’eccesso con leggi e processi, spesso inutilmente.

In finale una massima: “Il potere corrompe, il potere assoluto corrompe in modo assoluto”. Insomma, un libro ricco di prospettive interdisciplinari, che invita a guardare al passato con occhi nuovi. E ci ricorda che il potere, ieri come oggi, è la più umana delle tentazioni.

A Roma risuona la voce degli araldi del Circo Massimo: dal 3 febbraio apre al pubblico la Schola Praeconum [FOTO | VIDEO]

Elena Percivaldi

Apre al pubblico la Schola degli Araldi (Schola Praeconum) del Circo Massimo. Dopo otto mesi di lavori e un finanziamento di 500.000 euro, l’antico edificio situato alle pendici meridionali del Palatino viene ora restituito ai visitatori con un percorso accessibile e un innovativo sistema di illuminazione architetturale. La riapertura, dal 3 febbraio, rappresenta per il Parco archeologico del Colosseo il coronamento del primo dei dieci progetti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) Caput Mundi.

La nuova rampa di accesso alla Schola degli Araldi (Crediti: Simona Murrone / Parco archeologico del Colosseo)

Il restauro della Schola degli Araldi e le nuove scoperte

Il progetto, curato da Federica Rinaldi (Responsabile unico) e Aura Picchione (Direttore dei lavori), ha coinvolto un ampio team interdisciplinare. L’intervento ha incluso:

  • Indagini archeologiche con prospezioni e rilievi 3D
  • Scavi e restauri conservativi delle superfici
  • Valorizzazione illuminotecnica grazie alla sponsorizzazione di iGuzzini
  • Installazione di una nuova rampa e vetrata per una migliore fruizione del sito
Schola Praeconum, dettagli delle murature esterne (Crediti: Simona Murrone / Parco archeologico del Colosseo)

Le ricerche hanno rivelato sette fasi storiche, databili tra il I secolo d.C. e il XIX secolo. I resti archeologici rinvenuti risalgono al periodo compreso tra l’edificazione della Schola (metà del III secolo d.C.) e le prime trasformazioni tra l’età di Massenzio e il V secolo d.C. Seguì poi una fase di crolli dovuti probabilmente ai numerosi terremoti documentati nel periodo. Tra i ritrovamenti più significativi, un pilastro angolare della corte porticata, un fusto di colonna in marmo cipollino e un ampio ambiente absidato.

https://www.youtube.com/watch?v=SqvpgYzEB4Y

La Schola degli Araldi: un unicum archeologico

Scoperta nel XIX secolo e studiata ulteriormente negli anni ‘30 e ‘70, la Schola era un luogo di ritrovo degli araldi (praecones) del Circo Massimo. Il suo ambiente ipogeo conserva straordinari affreschi e un mosaico bianco e nero con la raffigurazione degli araldi in processione con il caduceo, vessillo di Mercurio, il messaggero degli dèi.

Più in particolare, negli anni Settanta la British School of Rome e la Soprintendenza Archeologica di Roma intervenendo nell’area della corte non hanno trovato strutture, ma solo ingenti scarichi di ceramica da attribuire al momento finale dell’utilizzo della Schola.

Resti di affreschi (Crediti: Simona Murrone / Parco archeologico del Colosseo)

Le ricerche sono riprese di recente grazie ai fondi PNRR ed è stato avviato un progetto scientifico di studio e recupero conservativo della Schola, cerniera storica e topografica fondamentale tra il Palatino, e precisamente il Paedagogium a nord – la scuola dei giovani destinati a ricoprire i servizi più importanti dell’amministrazione imperiale – e il Circo Massimo a sud, con cui era collegato.

Le murature della Schola degli Araldi (Crediti: Simona Murrone / Parco archeologico del Colosseo)

Un sito accessibile e valorizzato

Grazie al restauro, i visitatori potranno ora ammirare gli ambienti decorati e il ciclo di affreschi attraverso una vetrata panoramica e una nuova illuminazione. Inoltre, è stata installata una mappa tattile con testi in italiano, inglese e braille per garantire una fruizione inclusiva del sito.

COME VISITARE LA SCHOLA PRAECONUM
Dal 3 febbraio 2025
Giorni di apertura Domenica* e lunedì
Orario di apertura 10.00 – 13.30
Orario percorsi didattici inglese 10.00 e 12.15
italiano 10.30 e 12.45 Modalità percorso didattico accompagnato
turno libero solo domenica, ore 11.00
Biglietti Forum Pass SUPER Gruppi massimo 20 persone Durata 75 minuti
Ingresso da Via di San Gregorio
Meeting point Via di San Gregorio
Per info e biglietti www.colosseo.it
Social @parcocolosseo

Fonte: Parco Archeologico del Colosseo

Eccezionale tesoro di monete romano-britanniche scoperto nei Paesi Bassi: finalmente in mostra a Leida [FOTO / VIDEO]

Elena Percivaldi

Nell’autunno del 2023 due appassionati armati di metal detector fecero una scoperta straordinaria a Bunnik, comune vicino a Utrecht, nei Paesi Bassi. I due riportarono alla luce un tesoro composto da oltre 400 monete d’oro e d’argento, risalenti per lo più al I secolo d.C. Un ritrovamento davvero eccezionale, non solo per la sua dimensione ma anche – e soprattutto – per la composizione del tutto originale del tesoro, costituito in massima parte da monete rare, sia romane che britanniche.

https://www.youtube.com/watch?v=KxygXCch2cc

Il tesoro di monete romano-britanniche: un po’ stipendio, un po’ bottino

Le monete – 404 in tutto – risalgono a un periodo compreso tra il 19 a.C. e il 47 d.C., un’epoca di notevole espansione per Roma. Allora il territorio dei Paesi Bassi era attraversato dal Limes della Germania inferiore, frontiera che rappresentava un punto strategico e una base per le operazioni militari romane nell’Europa settentrionale, a cominciare dalla conquista della Britannia nel 43 d.C. sotto l’imperatore Claudio.

Ricerca sul campo RCE | Lo scavo dell’Agenzia per il patrimonio culturale dei Paesi Bassi nel comune di Bunnik, nel luogo del ritrovamento.
Foto e collezione © Rijksmuseum van Oudheden – Leiden

Secondo gli archeologi del Rijksmuseum van Oudheden (Museo Nazionale di Antichità) di Leida, che hanno studiato il tesoro di Bunnik, le monete romane costituivano il compenso di un soldato, mentre le monete britanniche (in inglese staters) rappresentano probabilmente un bottino di guerra.

Un tesoro rimasto nascosto per duemila anni

Del tesoro fanno parte 72 aurei romani e 288 denarii d’argento. Di questi ultimi, alcuni raffigurano Giulio Cesare e Giuba, re di Numidia (corrispondente all’odierna Algeria).

Aurei, coniati durante i regni degli imperatori Augusto, Tiberio e Claudio, tra il 27 a.C. e 47 d.C.Foto e collezione © Rijksmuseum van Oudheden – LeidenAureo con l’imperatore Claudio | Moneta dell’imperatore Claudio, coniata nel 46-47 d.C. È la più giovane dalla scoperta della moneta Bunnik. Foto e collezione © Rijksmuseum van Oudheden – LeidenMonete d’argento | Prevalentemente monete romane (soprattutto denari ) del periodo 200 a.C. – 47 d.C Foto e collezione © Rijksmuseum van Oudheden – Leiden

Le monete britanniche, invece, recano iscritto il nome del re Cunobelino, sovrano della Britannia meridionale dal 9 al 42 d.C. Lo storico romano Svetonio e soprattutto il geografo greco Strabone ne parlano come di un sovrano intelligente e abile nei commerci e nelle relazioni diplomatiche.

Stateri della Britannia | Lega di oro, argento e rame, coniata in Gran Bretagna tra il 5 e il 43 d.C. circa. © Rijksmuseum van Oudheden – LeidenStatere britannico, prima e dopo la pulizia | Statere britannico (lega d’oro, argento e rame), coniato tra il 5 e il 43 d.C., durante e subito dopo il regno di Cunobelino, prima e dopo la pulitura di restauro.
Foto e collezione © Rijksmuseum van Oudheden – Leiden

Le monete britanniche sono realizzate in lega di oro, argento e rame, un dettaglio che evidenzia le tecniche metallurgiche avanzate dell’epoca.

Ricerca sul campo RCE | Tessa de Groot (al centro) e gli autori del ritrovamento del tesoro di Bunnik, Reinier Koelink (a sinistra) e Gert-Jan Messelaar (a destra), durante lo scavo vicino al luogo del rinvenimento.
Foto e collezione © Rijksmuseum van Oudheden – Leiden

Lo stipendio di un soldato (e un bottino?)

Oltre che indubbiamente spettacolare, la scoperta si è rivelata importante per diverse ragioni. Innanzitutto, è il più grande tesoro di monete romano-britanniche mai trovato nella provincia di Utrecht e il primo sul continente europeo a presentare una composizione mista di questo genere.

Il sito del ritrovamento, inoltre, si trova al di fuori dei grandi insediamenti romani già noti nella zona, quali il forte Traiectum ad Rhenum (Utrecht) e la fortezza legionaria di Ulpia Noviomagus Batavorum (Nimega). Secondo gli studiosi, le monete sarebbero state sepolte intenzionalmente intorno al 47 d.C. da un soldato. Forse era un’offerta votiva a una divinità che lo aveva protetto in battaglia, oppure un tesoretto da nascondere con l’idea di recuperarlo in futuro. Cosa che evidentemente, per ragioni ignote, non avvenne mai.

Le monete in mostra permanente a Leida

Dopo la scoperta, le monete – come accennato – sono state studiate e restaurate dagli esperti del Rijksmuseum van Oudheden (Museo Nazionale di Antichità) di Leida.

Il video del restauro del tesoro di monete romano-britanniche

https://www.youtube.com/watch?v=rDr9zMEG59g

Il tesoro è ora parte integrante della collezione archeologica nazionale olandese ed è esposto nella mostra permanente Nederland in de Romeinse tijd (I Paesi Bassi in epoca romana), allestita nelle sale dello stesso museo.

🚇 metro c: via alla gara per l’allestimento della Caserma di Adriano

La stazione Porta Metronia della si prepara a diventare un museo unico, con un sistema immersivo che riporterà i viaggiatori all’. Un progetto innovativo che unisce e , trasformando la mobilità in un’esperienza di valorizzazione storica.

Scopri i dettagli 👉
odisseaquotidiana.com/2024/12/

La magia e la stregoneria nell’antica Roma. Dobbiamo dire che, la magia e la stregoneria, nell’antica Roma costituivano il vero lato oscuro della civiltà romana, che comunque era estremamente reale.
Esso era fatto di gesti, usanze e parole, ma purtroppo anche di riti arcaici e barbari, compiuti dai maghi e dagli stregoni di quel periodo storico.

scienzamagia.eu/magia-esoteris

/ Rare glass depicting female deity personification of uncovered in Rome Metro C excavations

Scavi , su un raffinato vetro dorato riemerge il volto della , simbolo della città

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