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#Labatut

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viadellabarca<p>Un oggetto quantistico non ha proprietà intrinseche. Un elettrone non si trova in nessun luogo fisso finché non lo si misura: appare soltanto in quell’istante.Prima della misurazione non possiede alcun attributo; prima dell’osservazione non lo si <br />può nemmeno pensare.Esiste in modo determinato solo quando viene rilevato da un determinato strumento. Tra una misurazione e l’altra non ha alcun senso chiedersi come si muove, cos’è o dove si trova. (<a href="https://mastodon.uno/tags/Labatut" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>Labatut</span></a>,Quando abbiamo smesso di capire il mondo)</p>
viadellabarca<p>Secondo Heisenberg, di nessun fenomeno subatomico si poteva più parlare con assoluta certezza. Dove prima c’era una causa per ogni effetto, adesso esisteva un ventaglio di probabilità. Nel sostrato più profondo delle cose, la fisica non aveva trovato una realtà solida e inequivocabile come quella a cui ambivano Schrödinger e Einstein, regolata da un dio razionale che muoveva i fili del mondo, ma un regno di stupore e stranezza (<a href="https://mastodon.uno/tags/Labatut" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>Labatut</span></a>, Quando abbiamo smesso di capire il mondo) <a href="https://mastodon.uno/tags/libri" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>libri</span></a> <a href="https://mastodon.uno/tags/letture" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>letture</span></a></p>
viadellabarca<p>L&#39;indeterminazione di Heisenberg mandava in frantumi la speranza di coloro che avevano creduto nell’universo a orologeria promesso dalla fisica di Newton. (<a href="https://mastodon.uno/tags/Labatut" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>Labatut</span></a>, Quando abbiamo smesso di capire il mondo) <a href="https://mastodon.uno/tags/libri" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>libri</span></a> <a href="https://mastodon.uno/tags/letture" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>letture</span></a></p>
viadellabarca<p>.... era impossibile «vedere» un’entità quantistica per la semplice ragione che non aveva un’identità sola. Fare luce su una delle sue proprietà significava oscurarne un’altra. La migliore descrizione di un sistema quantistico non era un’immagine o una metafora, ma una serie di numeri. (<a href="https://mastodon.uno/tags/Labatut" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>Labatut</span></a>, Quando abbiamo smesso di capire il mondo) <a href="https://mastodon.uno/tags/letture" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>letture</span></a> <a href="https://mastodon.uno/tags/libri" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>libri</span></a></p>
viadellabarca<p>E all’opposto era la stessa cosa! Se l’elettrone presentava una quantità di moto esatta, la sua posizione risultava talmente indeterminata da poter essere nel palmo della tua mano così come dall’altra parte dell’universo. Queste due variabili erano matematicamente complementari: se si fissava l’una, si dissolveva l’altra. (<a href="https://mastodon.uno/tags/Labatut" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>Labatut</span></a>, Quando abbiamo smesso di capire il mondo) <a href="https://mastodon.uno/tags/libri" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>libri</span></a> <a href="https://mastodon.uno/tags/letture" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>letture</span></a></p>
viadellabarca<p>Le due prospettive erano mutualmente esclusive e antitetiche, ma complementari: né l’una né l’altra era un riflesso perfetto del mondo, ma solo un modello. Sommate, ci davano un’idea più completa della natura. (<a href="https://mastodon.uno/tags/Labatut" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>Labatut</span></a>, Quando abbiamo smesso di capire il mondo) <a href="https://mastodon.uno/tags/libri" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>libri</span></a> <a href="https://mastodon.uno/tags/letture" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>letture</span></a></p>
viadellabarca<p>Ciò che Einstein detestava, però, non era l’ermetismo delle formule, ma qualcosa di molto più essenziale: il mondo che Heisenberg aveva scoperto contraddiceva il senso comune. La meccanica delle matrici non descriveva oggetti normali – ancorché incredibilmente piccoli –, ma un aspetto della realtà che le parole e i concetti della fisica classica non potevano nemmeno nominare (<a href="https://mastodon.uno/tags/Labatut" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>Labatut</span></a>, Quando abbiamo smesso di capire il mondo)</p>
viadellabarca<p>(Heisenberg)Aveva sostituito i numeri alle metafore e scoperto le regole che governavano ciò che accadeva all’interno degli atomi. Le sue matrici gli consentivano di descrivere dove sarebbe stato un elettrone in un determinato momento e come avrebbe interagito con le altre particelle. Aveva replicato nel mondo subatomico quel che Newton aveva fatto con il sistema solare, affidandosi solo alla matematica pura, senza ricorrere a nessuna immagine (<a href="https://mastodon.uno/tags/Labatut" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>Labatut</span></a>, Quando abbiamo smesso di capire il mondo</p>
viadellabarca<p>Camminando insieme a Bohr, Heisenberg ebbe la prima intuizione sulla radicale alterità del mondo subatomico: «Se un solo granello di polvere contiene bilioni di atomi,» gli disse Bohr mentre scalavano le montagne dello Harz «com’è possibile parlare con cognizione di una cosa tanto piccola? (<a href="https://mastodon.uno/tags/Labatut" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>Labatut</span></a>, Quando abbiamo smesso di capire il mondo)</p>
viadellabarca<p>Heisenberg era tormentato da quella che considerava una falla sostanziale nei fondamenti della disciplina: le leggi che avevano funzionato così bene per il mondo macroscopico, da Isaac Newton in poi, all’interno degli atomi non valevano più. Heisenberg voleva capire cosa fossero le particelle elementari e scoprire la radice che accomunava tutti i fenomeni naturali. (<a href="https://mastodon.uno/tags/Labatut" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>Labatut</span></a>, Quando abbiamo smesso di capire il mondo)</p>

Tra il 1983 e il 1986 scrisse Récoltes et Semailles. Réflexions et témoignage sur un passé de mathématicien, un’opera stranissima che nessuno in Francia ebbe il coraggio di pubblicare.
Migliaia di pagine, stracolme di ciò che un collega definì «fantasmagoria matematica», nelle quali Grothendieck s’immerge nella propria psiche nel tentativo di afferrare il tutto, mettendo a nudo un intelletto smisurato e terrificante, in precario equilibrio tra illuminazione e paranoia.

(Grothendieck) Non tollerava più le comodità della vita borghese: tolse i tappeti dal pavimento di casa perché li considerava ornamenti superflui e cominciò a farsi i vestiti con le proprie mani, fabbricando sandali con pneumatici riciclati e cucendo pantaloni con vecchi sacchi di juta. Smise di usare il letto: dormiva su una porta che aveva tolto dai cardini. Si sentiva a suo agio solo in mezzo a poveri, giovani ed emarginati. I senza Stato, i senza patria , Quando abbiamo smesso di..

Discussione continua

così chiamò questa entità situata al centro dell’universo matematico, della quale non ci arrivano che riflessi lontani.
Anche i suoi più stretti collaboratori pensarono si fosse spinto troppo lontano , Quando abbiamo smesso di capire il mondo)

"Parte del genio di Grothendieck sta nell’aver riconosciuto che dietro a ogni equazione algebrica si cela un’entità più grande, da lui battezzata «schema». Gli schemi generali danno vita a soluzioni individuali, ovvero ombre e proiezioni illusorie che spuntano come «il profilo di una costa rocciosa illuminata di notte dalla luce rotante di un faro»".(, Quando abbiamo smesso di capire il mondo)#libri,

Quando Grothendieck era ancora studente all’Università di Montpellier, il suo professore Laurent Schwartz gli fece leggere un articolo,che aveva appena pubblicato, su quattordici grandi problemi irrisolti. La sua idea era che Alexander ne scegliesse uno per la tesi. Il giovane, si ripresentò dopo tre mesi. Schwartz gli chiese quale problema avesse scelto e a che punto fosse
arrivato. Alexander lo guardò senza capire. Li aveva risolti tutti. (, Quando abbiamo smesso di capire il mondo)

Per venticinque anni, dodici ore al giorno, sette giorni su sette, Grothendieck dedicò tutte le sue energie alla matematica. Non leggeva i giornali, non guardava la televisione, non andava al cinema. Gli piacevano le donne brutte, gli edifici in macerie, gli alloggi fatiscenti. Lavorava in un ufficio freddo con la pittura scrostata alle pareti, dando le spalle all’unica finestra (, Quando abbiamo smesso di capire il mondo)

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L’ambizione di Mochizuki, tuttavia, è andata oltre: non si è limitato a dimostrare la congettura, ma ha creato una nuova geometria che obbliga a pensare i numeri in modo radicalmente diverso. Secondo Yuichiro Yamashita, uno dei pochi a sostenere di aver compreso la reale portata della teoria inter-universale, Mochizuki ha dato vita a un intero universo, del quale, al momento, è l’unico abitante. "(, Quando abbiamo smesso di capire il mondo)

Nel 1940, mentre l’Inghilterra si preparava a una possibile invasione tedesca, Turing comprò con i suoi risparmi due enormi lingotti d’argento e li sotterrò in un bosco vicino a dove lavorava. Creò una complessa mappa in codice per ricordarsi la posizione, ma li nascose talmente bene che, una volta finita la guerra, non fu in grado di ritrovarli nemmeno con l’aiuto di un metal detector. (, Quando abbiamo smesso di capire il mondo)

".. praticamente tutte le truppe della Wehrmacht ricevevano metanfetamine come parte della razione. Vendute con il marchio Pervitin, i soldati le usavano per mantenersi svegli per settimane, completamente fuori di sé, alternando furore maniacale a letargia.. " (Quando abbiamo smesso di capire il mondo)

letti nel #2022

G. - Cronorifugio
A. S. - Il tempo e l'acqua
C. - Helgoland
B. - Quando abbiamo smesso di capire il mondo
D. - Origin
D. - Autobiografia della neve
F. - Noi, umani
G. - Il pastore d'Islanda
H. - Prima persona singolare
P. - Tasmania
P. - 4321
P. - L'effetto Susan
S.R.H. - Isola
T. S. - La terra devastata
R. - Un italiano in