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Satyros<p>Ho chiesto ad una <a href="https://mastodon.social/tags/AI" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>AI</span></a> di elencarmi una serie di alternative più sicure e performanti ai <a href="https://mastodon.social/tags/veicoli" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>veicoli</span></a> <a href="https://mastodon.social/tags/tesla" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>tesla</span></a> non legate a <a href="https://mastodon.social/tags/miliardari" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>miliardari</span></a> <a href="https://mastodon.social/tags/statunitensi" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>statunitensi</span></a> o aziende sfrutta-operai. Ho chiesto prodotti di <a href="https://mastodon.social/tags/aziende" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>aziende</span></a> <a href="https://mastodon.social/tags/etiche" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>etiche</span></a> per quanto possibile, parliamo comunque di gente che fa affari. Ecco una lista: <a href="https://mastodon.social/tags/BYD" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>BYD</span></a>, <a href="https://mastodon.social/tags/Polestar" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>Polestar</span></a>, <a href="https://mastodon.social/tags/NIO" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>NIO</span></a>, <a href="https://mastodon.social/tags/Hyundai" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>Hyundai</span></a>, <a href="https://mastodon.social/tags/Kia" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>Kia</span></a>, <a href="https://mastodon.social/tags/Mazda" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>Mazda</span></a> e <a href="https://mastodon.social/tags/Honda" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>Honda</span></a>. Parola agli esperti: che ne pensate? Piuttosto che limitarsi a far pubblicità negativa ma sempre tale a <a href="https://mastodon.social/tags/Musk" class="mention hashtag" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">#<span>Musk</span></a>, si potrebbe pubblicizzare la concorrenza?</p>
Bigarella <a href="https://bigarella.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/12/wk2.jpeg" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank"></a> <p>Per quanto riguarda invece Guignot, il collaborazionista francese condannato a morte, la sua attività per l’ODEUM Roma si sarebbe configurata in maniera del tutto diversa da quella di von Fransecky. Tra il ’48 e il ’49 Guignot sarebbe diventato il membro del gruppo più vicino a Johannes dal punto di vista professionale, producendo una grande quantità di report riguardanti i più svariati argomenti e mettendosi continuamente a disposizione. Tuttavia è lecito interrogarsi sulle ragioni che avevano portato Guignot a collaborare con l’<a href="https://casamaini.altervista.org/le-spie-tedesche-a-roma-avevano-commesso-degli-errori/" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">ODEUM Roma</a>. Sulla base delle informazioni fornite dai documenti sul conto del latitante fascista francese è possibile ipotizzare che egli fosse principalmente interessato non tanto a prendere piede nel mondo dell’intelligence del dopoguerra sulla base di aspirazioni professionali, quanto piuttosto a garantirsi un’entrata regolare per motivi di sopravvivenza. Trovandosi a Roma subito dopo la fine della guerra a causa di una condanna a morte in patria, Guignot non doveva solo assicurarsi un modo per finanziare la propria esistenza in clandestinità, ma anche per sostenere il peso di ingenti spese mediche per le cure della moglie, affetta da una malattia grave non meglio specificata: tali spese sembrano aver assorbito maggior parte dello stipendio del criminale di guerra francese, riducendo così la coppia in una situazione economica «catastrofica» &lt;287. Questa necessità di denaro, senza dubbio alla base dell’attività di Guignot nel campo dell’intelligence postbellica, lo avrebbe portato dapprima a prendere contatti con alcuni gruppi neofascisti italiani, dai quali avrebbe ricevuto l’incarico «di costruire una rete d’intelligence a tutti gli effetti», un progetto poi finito in un nulla di fatto per mancanza di fondi &lt;288. Quando successivamente incontrò Johannes nel ’48, è probabile che Guignot avesse da subito intravisto la concreta possibilità di inserirsi finalmente in un contesto di lavoro più o meno stabile. E, come si è visto, sarebbe riuscito a guadagnare gradualmente la fiducia dell’ex fisico nucleare grazie alla propria ambizione e alla sua determinazione.<br>I primi due report di Guignot, redatti per l’ODEUM Roma nel febbraio del ’48, lasciano intravedere alcune delle principali attività svolte dal francese per l’Organisation Gehlen, riguardanti perlopiù gli ambienti vaticani ed ecclesiastici in generale. Così nel primo report, intitolato Renseignements sur les frères Omez, Guignot fornisce al suo futuro capo informazioni sul conto di tre frati dell’ordine dei Dominicani, attivi tra Italia, Francia e Spagna e descritti come «sospetti» &lt;289. Il secondo report, invece, sembra concentrarsi su un’analisi del panorama ecclesiastico francese in vista della nomina del nuovo arcivescovo di Rouen &lt;290. Qualche mese più tardi, nell’aprile del ’48, Guignot avrebbe raccolto informazioni sull’ordine dei Gesuiti dietro richiesta di Johannes, servendosi, a quanto pare, anche di conoscenze nella segreteria di Stato del Vaticano &lt;291. Col passare del tempo e con il consolidarsi del rapporto di fiducia reciproco, il capo dell’ODEUM Roma avrebbe aperto a Guignot anche le porte di Via Condotti, assegnandogli compiti come la sorveglianza della figlia di Malfatti, sospettata, come già accennato, di attività spionistica per i servizi segreti comunisti &lt;292. Inoltre, sullo sfondo degli accordi presi tra il governo militare francese in Germania e l’Ordine – la prima “sconfitta” di Johannes a via Condotti, di cui si è parlato prima – Guignot si sarebbe anche occupato della raccolta di notizie sul conto del generale de Marguerittes, artefice di tali accordi e da lui descritto come «militare mediocre», ma capace di tutto per difendere i propri interessi &lt;293.<br>Tuttavia, l’attività più degna di nota del collaboratore francese non avrebbe riguardato le cerchia ecclesiastiche, quanto piuttosto quelli legati alla sua patria. Nel ’49, poco dopo lo “scandalo SMOM” e la partenza di Johannes da Roma, sembra infatti che Guignot fosse stato impegnato nella costituzione di un collegamento fra l’Organisation Gehlen e un servizio segreto francese, probabilmente il SDECE (Service de Documentation Extérieure et de Contre-Espionnage), l’organo d’intelligence per l’estero francese, nato nel ’45 &lt;294. Dai documenti emerge chiaramente come Guignot sia stato tra gli artefici di questo avvicinamento tedesco-francese, che, nell’agosto del ’49, avrebbe portato ad un incontro tra Reinhard Gehlen, accompagnato da Johannes, e un membro del suddetto servizio segreto della Repubblica francese &lt;295.<br>In un documento intitolato “Reisebericht” (“Resoconto di viaggio”) Johannes affermava infatti che Guignot «e i suoi amici desiderano un contatto più frequente» con Pullach, in quanto la parte francese sarebbe estremamente interessata «a tutto quello che riguardava i comunisti in tutti i paesi, ma soprattutto in Germania» e considererebbe l’Organisation Gehlen quale «fonte più adatta con le migliori possibilità, anche dal punto di vista geografico, per fornire simili informazioni »296. In cambio, secondo quanto riferito da Guignot a Johannes, il servizio segreto francese avrebbe assicurato il proprio sostegno all’Organisation Gehlen in vista della costituzione degli organi d’intelligence della neonata Repubblica Federale Tedesca: gli “amici di Guignot” avrebbero avuto molto a cuore «che 34 [Reinhard Gehlen] venisse nominato capo dell’intelligence federale» &lt;297. Inoltre essi, affermava Johannes, sarebbero stati persino disposti a «mettere fuori gioco» eventuali antagonisti dell’Organisation Gehlen, «se 34 lo desiderava» &lt;298. In tal senso, le suddette attività di Guignot rientravano nel più vasto ambito della nascente cooperazione spionistica tedesco-francese postbellica che si stava pian piano costituendo tra il ’47 e il ’50, anno in cui Reinhard Gehlen avrebbe poi incontrato per la prima volta Henri Ribière, direttore generale del SDECE &lt;299.<br>Anche se, dunque, l’attività di Guignot non avrebbe riguardato solo la sfera italiana o “interna”, ma anche quella estera, è degno di nota, in particolar modo, lo sforzo da lui fatto per contrastare il PCI nel 1949. Da un documento dell’ottobre di quell’anno emerge infatti come egli sia riuscito a trovare un informatore disposto – dietro un pagamento di 15.000 lire – a riprodurre e poi consegnargli un numero significativo di documenti conservati presso la sede centrale del PCI e riguardanti le corrispondenze del partito con Mosca &lt;300. A causa di una sostanziale mancanza di fonti, tuttavia, non è al momento possibile ricostruire se o meno tale operazione proposta da Guignot avesse avuto seguito.<br>Dalle suddette attività della spia francese emerge con chiarezza come Johannes si sia servito di un uomo in grado di “compensare”, in apparenza, quegli aspetti che invece mancavano nel curriculum dello stesso capo dell’ODEUM Roma: Guignot appariva quale uomo d’intelligence con notevole esperienza, ben collegato e abile nel muoversi nella Roma “capitale di spie” dell’epoca. Tuttavia a tal riguardo, come emerge da un report del BND risalente al ’69 – quindi all’anno del pensionamento di Johannes – c’è chi all’interno dello stesso servizio segreto federale non la pensava affatto così. Guignot, afferma lo scrivente, «è senza dubbio da definire come poco professionale dal punto di vista dell’attività d’intelligence», oltre ad essere «un uomo che, senza prestazione adeguata, ha goduto immeritatamente per anni una vita comoda», grazie al supporto di Johannes &lt;301. Definendo Guignot come «probabile imbroglione» e «scroccone», è facile dedurre che chi aveva redatto il documento fosse convinto che il collaborazionista francese, più che rappresentare una valida e importante componente del gruppo d’intelligence romano, avesse invece sfruttato la mancante esperienza sul campo di Johannes a proprio favore, fornendogli notizie poco importanti e, a volte, addirittura false &lt;302. Mentre più avanti si tornerà sul report in questione, esaminandolo più a fondo soprattutto in vista del giudizio generale circa il lavoro dell’ODEUM Roma, basta qui dire che Guignot rappresentò senz’altro la componente più sfuggente del gruppo romano, ma al tempo stesso quella più eminente. Egli, come emerge dalle carte esaminate, sembra aver svolto per anni un ruolo centrale nell’attività d’intelligence dell’Organisation Gehlen a Roma, spaziando dall’ambiente vaticano fino ai ministeri italiani e al PCI. E, come dimostra il report appena citato, valutare in retrospettiva l’attività di Guignot risulta un’impresa difficile, soprattutto in vista dell’eterogeneità delle fonti e dei giudizi contrastanti espressi in esse.<br>[NOTE]<br>287 Italien-Allgemeines, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, senza data, BND-Archiv, 220815, doc. 408.<br>288 Bericht N°10, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 13 febbraio 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 121; Reisebericht Italien, 3031 [Otto Wagner], BND-Archiv, 220814_OT, doc. 138.<br>289 Renseignements sur les frères Omez, Guignot, senza data, allegato a Bericht N°10, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 13 febbraio 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 119.<br>290 Très important, Succession du Cardinal Petit de Julleville, Archevèque du Rouen, Guignot, senza data, allegato a Bericht N°10, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 13 febbraio 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 120.<br>291 Bericht N° 13, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 3 aprile 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 106.<br>292 Bericht N°19, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 4 luglio 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 079. Sarebbe stato sempre Guignot ad occuparsi della raccolta di prove sul tali presunte “attività illecite” e a consegnarle poi alle autorità, con lo scopo di far allontanare Malfatti dal SMOM, cfr. Italien-Allgemeines, senza data, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 00305.<br>293 Report, Jean Henry Guignot de Salbert, 23 settembre 1948, allegato a Bericht N° 22, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, BND-Archiv, 220815, doc. 062.<br>294 È chiaro che si trattava di un servizio segreto ufficiale e statale, e non di una rete “ufficiosa” o di carattere “privato”, in quanto veniva proposto il consolato francese come canale di comunicazione fra le due parti. Ciò, insieme all’attività estera e l’interesse nei confronti delle vicende internazionali, giustificano l’ipotesi che si tratti del SDECE. Cfr. anche E. Schmidt-Eenboom, C. Franceschini, T. Wegener Friis, Spionage unter Freunden, cit., pp. 68-69. Inoltre, come ha dimostrato Wolfgang Krieger, inoltre, un’effettiva collaborazione tra l’Organisation Gehlen e il SDECE si stabilì proprio nel triennio ’47-’50. W. Krieger, Partnerdienste, cit., pp. 254-259; Reisebericht von S-1933, 24 agosto 1949, BND-Archiv, 220815, doc. 084.<br>295 Che Johannes abbia accompagnato il fratello durante tale viaggio è provato dal seguente documento, cfr. Auszug aus: Eindrücke einer Reise in Oberitalien und der Schweiz im August 1949, S-1933, senza data, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 000311.<br>296 Ibidem.<br>297 Ibidem.<br>298 Ibidem.<br>299 W. Krieger, Partnerdienste, cit., p. 259. Per un‘analisi approfondita dei rapporti spionistici tra l’Organisation Gehlen e i servizi segreti francesi a partire dal ’47 cfr. Ivi, pp. 249-322.<br>300 Italien-Allgemeines, senza data, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 302.<br>301 Aus Akte Roma bei 106/II, senza data, BND-Archiv, 220816, doc. 607.<br>302 Ibidem.<br><strong>Sarah Anna-Maria Lias Ceide</strong>, <em>ODEUM Roma. L’Organisation Gehlen in Italia agli inizi della guerra fredda (1946-1956)</em>, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, 2022</p><p><span></span></p><p><a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/1947/" target="_blank">#1947</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/1948/" target="_blank">#1948</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/1949/" target="_blank">#1949</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/anticomunismo/" target="_blank">#anticomunismo</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/francesi/" target="_blank">#francesi</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/jean-henry-guignot/" target="_blank">#JeanHenryGuignot</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/johannes-gehlen/" target="_blank">#JohannesGehlen</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/occidentali/" target="_blank">#occidentali</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/odeum/" target="_blank">#Odeum</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/organisation-gehlen/" target="_blank">#OrganisationGehlen</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/reinhard-gehlen/" target="_blank">#ReinhardGehlen</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/roma/" target="_blank">#Roma</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/sarah-anna-maria-lias-ceide/" target="_blank">#SarahAnnaMariaLiasCeide</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/segreti/" target="_blank">#segreti</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/servizi/" target="_blank">#servizi</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/statunitensi/" target="_blank">#statunitensi</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/tedeschi/" target="_blank">#tedeschi</a></p>
Collasgarba <a href="https://collasgarba.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/11/os1.jpg" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank"></a> <a href="https://collasgarba.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/11/os2.jpg" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank"></a> <a href="https://collasgarba.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/11/os3.jpg" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank"></a> <p>L’origine di Gladio è fatta risalire all’organizzazione O, la quale era originata da una formazione partigiana bianca, la Osoppo.<br>Nel primo dopoguerra, appena ebbe inizio la Guerra Fredda e divenne concreto il pericolo di un attacco degli eserciti del Patto di Varsavia, questa organizzazione fu inserita legalmente nelle Forze Armate italiane. Fu dotata di vertici militari e fatta confluire nelle strutture segrete della Nato.<br>La Stay Behind italiana era costituita da cinque unità di pronto impiego in regioni di particolare interesse strategico, denominate: “Stella Alpina” nel Friuli, “Stella Marina” nella zona di Trieste, “Rododendro” nel Trentino Alto Adige, “Azalea” nel Veneto e “Ginestra” nella zona dei laghi lombardi.<br>La struttura, alle dipendenze dell’Ufficio R del Sifar, era articolata in quaranta nuclei, dei quali sei informativi, dieci di sabotaggio, sei di propaganda, sei di evasione e fuga, dodici di guerriglia. Inoltre erano state costituite cinque unità di guerriglia di pronto impiego in regioni di particolare interesse.<br><strong>Renzo Paternoster</strong>, <em>Gladio: il grande segreto della Repubblica</em>, <a href="https://win.storiain.net/" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">Storia</a> in Network, N. 153-154 luglio-agosto 2009</p><p>Orbene, la Osoppo, con tutto il rispetto per le donne e gli uomini che parteciparono alle attività resistenziali, non rappresenta affatto la Resistenza essendo diventata il simbolo di ciò che divenne dopo e di cosa ci aspettava nel Dopoguerra: ormai è consolidato in sede storica che essa fu “progenitrice di quella complessa struttura che va sotto il nome di Gladio (S/B)”.<br>L’idea di investire risorse nella Brigata Osoppo prese forma dopo le elezioni del 1948: furono un trionfo per la Democrazia Cristiana, ma quanto dovettero spendere gli Stati Uniti per evitare un esito favorevole alle sinistre? Tanti soldi, tante risorse per una operazione tra le più significative per tutte le altre azioni di ingerenza, tano che fece scuola, come avvenne per le elezioni del ’58 (lo disse nelle sue memorie l’inviato della Cia a Roma, Wiliam Colby). La Osoppo era stata sciolta nel ’45 ma venne ricostituita pochi mesi dopo: uomini e strutture, una rete già fatta, solo da rivitalizzare, ufficialmente per difendere i confini orientali da incursioni rosse.<br>Secondo la Relazione sull’organizzazione “O”, redatta dal V Comando militare territoriale il 14 dicembre 1954 già due mesi dopo la struttura poté contare su 2130 uomini e creare al suo interno un “servizio informazioni, con compiti informativi interni e d’oltre confine”. Ridenominata Volontari Difesa Confini Italiani VIII, l’organizzazione viene incaricata dal Comando della divisione Mantova di “preparare uno studio per l’impiego dei volontari nella protezione di opere, impianti e comunicazioni in caso di grave perturbazione dell’ordine pubblico”. Non fu una organizzazione di reduci o pensionati, la “O” rivestirà un ruolo fondamentale nelle strategie di mantenimento dell’ordine atlantico: il Dipartimento di Stato aveva sollevato subito dubbi sullo scioglimento della Osoppo, ma arrivarono le rassicurazioni dei nostri Servizi.<br>Con un appunto del 26 marzo 1958 dal titolo “Risposta ai quesiti del Servizio americano riguardanti il programma S/B“: “Il Servizio italiano ha sempre considerato che sarebbe stato un errore lasciare cadere nel nulla tali idealità e propositi [degli aderenti alla ‘O’] (che sarebbero altrimenti andati delusi e perduti) e, perciò, quando a fine 1956 lo Stato Maggiore dell’Esercito disponeva lo scioglimento della ‘Osoppo’, il Servizio italiano prendeva a suo carico l’organizzazione e ne decideva la conservazione e la ricostituzione. Le nuove basi per la ricostituzione dell’organizzazione datano dal 10 ottobre 1957, quando esse venivano così precisate: denominazione: Stella Alpina; compiti: in tempo di pace: controllo e neutralizzazione dell’attività slavo-comunista; in caso di conflitto e o insurrezione interna: antiguerriglia e antisabotaggio […]”.<br>Fu così che venne avviata la più grande organizzazione di ingerenza negli affari dei Paesi europei, gli eserciti della Stay Behind, protagonisti del capitolo più cruento della nostra storia repubblicana, lo stragismo.<br><strong>Stefania Limiti</strong>, <em>25 aprile, la Osoppo fu “progenitrice di Gladio”: la vera storia della brigata citata da Meloni</em>, Il Fatto Quotidiano, 27 aprile 2023</p><p>Del tenente Giacchelli (del SIM) abbiamo letto nel rapporto sull’arresto di Cocchiara; avevamo invece incontrato Felice Spina tra gli arrestati a Trieste dopo l’omicidio Hlača.<br>Cocchiara aveva segnalato un «sergente maggiore Spina della CRI &lt;88» che avrebbe organizzato a Trieste le «squadre d’azione italiane», mentre un altro rapporto dei servizi britannici, datato luglio 1947, che si basa su «una fonte italiana attendibile» scrive di uno Spina «comandante del Terzo corpo volontari della libertà (3CVL) nella Venezia Giulia».<br>Tale struttura (fondata nell’aprile 1946, secondo un appunto indirizzato al Prefetto Micali &lt;89) disponeva di diecimila persone di cui «solo» cinquemila armati; era composto dalla Divisione Osoppo, la Divisione Julia ed il Gruppo Aspro &lt;90, ai quali andava aggiunta una Formazione mista, composta da un migliaio di uomini descritti come «ex fascisti moderati e neofascisti», che non sarebbero stati armati.<br>A Trieste la direzione del Terzo CVL era nelle mani dell’Associazione perseguitati politici ed esiliati giuliani, da poco fondata, con sede a Udine e presieduta da Del Din. E sarebbe stata la sede di Udine ad istruire ed allestire a Trieste un gruppo di trecento uomini da addestrare alla guida delle squadre d’azione: tale organizzazione era affidata a certo «Monaco alias Carlo».<br>Nella stessa informativa del Foreign office del 24/7/47 leggiamo anche che «Spina si è incontrato con il colonnello Zitelli (SIM)», che ha promesso di inviare «armi, munizioni e finanziamenti al 3CVL» e che «Zitelli si è poi detto d’accordo nel fare tutto il possibile per coordinare gli analoghi gruppi operanti nell’Italia meridionale con quelli attivi nel settentrione». Spina sarebbe stato del parere di aprire il movimento filoitaliano agli alleati; Zitelli era d’accordo e fu perciò nominato rappresentante ufficiale del Terzo CVL presso il SIM a Roma. Si decise che la sede del comando unificato delle organizzazioni della destra fosse fissata a Udine in quanto era la città più vicina «all’area critica in questione» (cioè il TLT [Territorio Libero di Trieste]). Il rapporto conclude dicendo che «negli ultimi mesi i rappresentanti del movimento neofascista hanno chiesto l’appoggio del 3CVL per una nuova marcia su Roma. Ma tale progetto è considerato dannoso per gli obiettivi del movimento stesso». Secondo tale informativa, inoltre, il controllo del Terzo CVL dipendeva dal Ministero della guerra per le questioni militari e dal Ministero dell’interno per le questioni amministrative ed i rifornimenti, mentre il SIM nel periodo aveva smesso di fornire supporto attivo perché era tenuto d’occhio dai partiti della sinistra che ne volevano chiedere lo scioglimento. Sia il sottosegretario di stato alla Presidenza del Consiglio Cappa, sia il generale Montezemolo avevano garantito il loro sostegno al Terzo CVL al colonnello Olivieri, che si era recato a Roma per trattare i rifornimenti di armi e fondi con il colonnello Zitelli, e per ottenere una più stretta collaborazione con i Carabinieri &lt;91.<br>In giugno inoltre era giunto in Italia Charles Poletti (ex comandante del GMA a Napoli, Roma e Milano), aveva incontrato l’ex ministro Stefano Jacini a Roma e promesso aiuti e finanziamenti per l’organizzazione dei movimenti di destra in Italia fino a Udine ma non per il TLT &lt;92.<br>Vediamo ora come Renzo di Ragogna spiegò al magistrato il proprio ruolo all’interno delle Squadre armate operanti al confine orientale tra il 1945 ed il 1954 &lt;93. Di Ragogna spiega innanzitutto che i Gruppi di Autodifesa triestini erano gestiti dal maggiore Gallino (della Osoppo) &lt;94 e dal colonnello Del Din, e comprendevano anche le Squadre di Organizzazione della difesa antijugoslava. Tali squadre sarebbero poi state inglobate dalla Gladio. Analoga attività veniva svolta dall’ufficiale Renzo Apollonio (che aveva militato nel SIM dal gennaio 1945 fino al 1946 con incarico nella Venezia Giulia &lt;95): egli prestava servizio presso l’Ufficio stampa del gabinetto del Ministero della Guerra, ma si trattava di una copertura perché l’incarico reale era di «sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica italiana sul problema del TLT».<br>[NOTE]<br>88 Il Lavoratore denunciò (2/1/47) la presenza di elementi fascisti nella Croce rossa (“Nazionalismo e neofascismo…”, op. cit., p. 410).<br>89 Appunto d.d. 2/6/47, in SO 318/87, cit., p. 1795.<br>90 Tale gruppo sarebbe stato costituito da Spina dopo una serie di incontri con De Gasperi nel 1945 avuti per il tramite del democristiano Stefano Jacini che era stato ministro della guerra nel governo Parri; contava 1500 elementi inquadrati nella DC, ed avrebbe cambiato denominazione in Reggimento Istria alla fine del 1946.<br>91 Le citazioni del paragrafo sono tratte da N. Tranfaglia, op. cit., p. 207-210 («organizzazioni paramilitari della destra in Italia (n. 137) 24/7/47. Rapporto del Foreign Office inviato a Mr. Halford al Dipartimento servizi sicurezza, all’Mi5 e al Ford», Tna/Pro, Kv 3/266.<br>92 N. Tranfaglia, op. cit., p. 211 («il movimento della destra italiana; assistenza americana (n. 141) 11/8/47. Rapporto del Foreign Office inviato a Mr. Halford al Dipartimento servizi sicurezza, all’Mi5 e al Ford», Tna/Pro, Kv 3/266.<br>93 Il testo è tratto dalle testimonianze di Di Ragogna rese il 23/11/92 e 31/12/97 in SO 318/87, cit., p. 1858-1885.<br>94 Si tratta del dirigente osovano Corrado Gallino Ivo.<br>95 Apollonio fu poi generale di Corpo d’armata e nel 1976 nominato Presidente del Tribunale Supremo Militare; il suo nominativo compare nell’elenco degli iscritti alla Loggia P2 consegnato negli anni ’70 ai magistrati fiorentini da Gelli e Salvini e non nell’elenco dei piduisti sequestrato a Castiglion Fibocchi (cfr. S. Flamigni, “Trame atlantiche”, Kaos 1996, p. 450). Nella citata Sentenza Ordinanza si ricostruiscono anche i collegamenti di Apollonio con Specogna (p. 1407), ed il dottor Mastelloni aggiunge che «è incontrovertibile, almeno per quanto riguarda le date citate da Apollonio, che quest’ultimo fu chiamato dal Gelli a Roma nello stesso contesto in cui fu compiuto l’attentato al treno Italicus, il 4 agosto 1974, verosimilmente al fine del conseguimento di un alibi» (p. 1409-1410).<br><strong>Claudia Cernigoi</strong>, <em>Le violenze per l’italianità di Trieste</em>, dossier n. 52 de “La Nuova Alabarda”, settembre 2009</p> <a href="https://collasgarba.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/11/gp2.jpg" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank"></a> <p>Il Generale Cadorna in persona si impegnò a fornire l’armamento necessario alla “Organizzazione O”, che avrebbe puntato ad un organico di 10.000 unità44. A capo della struttura venne messo il Colonnello Luigi Olivieri, già noto attore nella lotta anticomunista per essere stato il cofondatore della formazione armata “Fratelli d’Italia”. Egli fu delegato a riarmare in segreto i “più fedeli osovani” e ordinarli in reparti per la difesa della popolazione di frontiera. Gli episodi di Porzus e dei “quaranta giorni” di Trieste dimostravano senza dubbio la pericolosità del nemico jugoslavo, anche dopo lo scisma dall’URSS del 1948.<br>Già nell’aprile del 1946, in una riunione segreta, vennero fissati i principali compiti che l’organizzazione avrebbe dovuto avere.<br>Tra di essi troviamo &lt;45: -accendere, alimentare la fiamma della resistenza in tutto il Friuli e, possibilmente, nel Goriziano, contro le mire annessionistiche slave; -sviluppare l’organizzazione cercando di portare la forza possibilmente a 10.000 uomini, le armi, le munizioni, i mezzi finanziari sarebbero stati inviati per mezzo dell’ufficiale di collegamento con lo Stato Maggiore, il Tenente Colonnello Zitelli; -far fruire un certo numero di armi e munizioni a Pola, Trieste e Gorizia; -mantenere il massimo segreto e in qualsiasi evenienza non coinvolgere la responsabilità dell’esercito in quanto tutto veniva a svolgersi in regime armistiziale; -mantenere efficiente il servizio informazioni riferendo le notizie più importanti; -vigilare e difendere con elementi in posto il territorio ad Ovest della linea: Tarvisio, Predil, Sella Nevea, Monte Canin, Monte Matajur, Colovrat, torrente Judrio, Cormos, Medea, Belvedere; -tenere disponibili elementi di riserva con adeguati mezzi di trasporto da noleggiare per essere impiegati nelle zone di eventuali infiltrazioni avversarie in forze.<br>-256 ufficiali, -496 sottufficiali, -5.728 uomini di truppa. Tutti gli uomini impiegati erano alle dirette dipendenze del 5° Corpo d’Armata, guidato dal Generale Biglino. Come scriveva lo stesso Colonnello Olivieri: “L’organizzazione manteneva una buona efficienza sotto tutti gli aspetti; costituiva, anche in pace, un valido campanello di allarme ai confini della Patria e si prevedeva che in caso di mobilitazione […] poteva essere una sicura difesa contro le azioni di bande partigiane jugoslave e contro le azioni di sabotatori al soldo dello straniero e pervasi di false ideologie politiche” &lt;47.<br>Il passaggio dal “Terzo Corpo Volontari della Libertà” all’ “Organizzazione O” non riguardava solo il cambio del nome, ma segnò la vera e propria nascita di un reparto paramilitare occulto dell’esercito italiano, che rispondeva allo Stato Maggiore. Tuttavia, la struttura Stay Behind verrà mobilitata ufficialmente solo una volta, precisamente il 16 ottobre 1953, quando Tito minacciò di invadere con le sue truppe il “Territorio Libero di Trieste” &lt;48.<br>[NOTE]<br>45 Pacini Giacomo, Le organizzazioni paramilitari nell’Italia repubblicana: 1945-1991, Civitavecchia, Prospettiva, 2008, p. 125-126.<br>46 Idem, p. 130.<br>47 Pacini Giacomo, Le organizzazioni paramilitari nell’Italia repubblicana: 1945-1991,<br>Civitavecchia, Prospettiva, 2008, p. 131.<br>48 Archivio Rai Teche Venezia, Nome in codice Gladio, Documentario Rai DiXit, 2011.<br><strong>Daniele Pistolato</strong>, <em>“Operazione Gladio”. L’esercito segreto della Nato e l’Estremismo Nero</em>, Tesi di laurea, Università degli Studi di Padova, Anno Accademico 2023-2024</p><p><a href="https://collasgarba.wordpress.com/2024/11/02/lorigine-di-gladio-e-fatta-risalire-allorganizzazione-o/" class="" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">https://collasgarba.wordpress.com/2024/11/02/lorigine-di-gladio-e-fatta-risalire-allorganizzazione-o/</a></p><p><a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/1946/" target="_blank">#1946</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/1948/" target="_blank">#1948</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/1954/" target="_blank">#1954</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/1958/" target="_blank">#1958</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/antijugoslava/" target="_blank">#antijugoslava</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/armate/" target="_blank">#armate</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/claudia-cernigoi/" target="_blank">#ClaudiaCernigoi</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/confine/" target="_blank">#confine</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/daniele-pistolato/" target="_blank">#DanielePistolato</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/difesa/" target="_blank">#Difesa</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/esercito/" target="_blank">#Esercito</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/gladio/" target="_blank">#Gladio</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/italia/" target="_blank">#Italia</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/organizzazione-o/" target="_blank">#OrganizzazioneO</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/orientale/" target="_blank">#Orientale</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/osoppo/" target="_blank">#Osoppo</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/renzo-paternoster/" target="_blank">#RenzoPaternoster</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/segreti/" target="_blank">#segreti</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/servizi/" target="_blank">#servizi</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/sim/" target="_blank">#SIM</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/squadre/" target="_blank">#squadre</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/statunitensi/" target="_blank">#statunitensi</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/stefania-limiti/" target="_blank">#StefaniaLimiti</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://collasgarba.wordpress.com/tag/trieste/" target="_blank">#Trieste</a></p>
Diletta Fileni<p>Ieri, <a href="https://mastodon.uno/tags/jet" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>jet</span></a> <a href="https://mastodon.uno/tags/statunitensi" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>statunitensi</span></a> e <a href="https://mastodon.uno/tags/britannici" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>britannici</span></a> hanno lanciato una serie di attacchi contro obiettivi <a href="https://mastodon.uno/tags/Houthi" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>Houthi</span></a> in diverse città dello <a href="https://mastodon.uno/tags/Yemen" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>Yemen</span></a>, nell&#39;ultima tornata di operazioni militari contro la <a href="https://mastodon.uno/tags/milizia" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>milizia</span></a> in risposta ai suoi attacchi alle navi.👇</p><p><a href="https://www.dilettafileninews.com/" target="_blank" rel="nofollow noopener noreferrer" translate="no"><span class="invisible">https://www.</span><span class="">dilettafileninews.com/</span><span class="invisible"></span></a></p>
Diletta Fileni<p>Le fazioni armate sostenute dall’<a href="https://mastodon.uno/tags/Iran" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>Iran</span></a> in <a href="https://mastodon.uno/tags/Iraq" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>Iraq</span></a>, stanno ponendo fine alla tregua che avrebbe dovuto dare al governo iracheno il tempo di negoziare il ritiro delle truppe <a href="https://mastodon.uno/tags/statunitensi" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>statunitensi</span></a> dal paese.<br /><a href="https://mastodon.uno/tags/geopolitica" class="mention hashtag" rel="tag">#<span>geopolitica</span></a> <br />Mio articolo</p><p><a href="https://www.corrierepl.it/2024/08/21/iraq-milizie-legate-alliran-affermano-che-la-tregua-con-gli-stati-uniti-e-finita/" target="_blank" rel="nofollow noopener noreferrer" translate="no"><span class="invisible">https://www.</span><span class="ellipsis">corrierepl.it/2024/08/21/iraq-</span><span class="invisible">milizie-legate-alliran-affermano-che-la-tregua-con-gli-stati-uniti-e-finita/</span></a></p>