Egitto, nuove scoperte al Ramesseum di Luxor: dagli scavi emergono tombe e una “Casa della Vita”
Redazione
Ancora novità dall’Egitto. La missione archeologica congiunta franco-egiziana, composta dal Settore per la Conservazione e la Registrazione dei Beni Archeologici del Consiglio Supremo delle Antichità, dal Centro Nazionale Francese per la Ricerca e dall’Università della Sorbona, ha effettuato nuove scoperte nei pressi del Ramesseum, sulla sponda occidentale di Luxor. I ritrovamenti gettano nuova luce sul ruolo religioso, sociale ed economico rivestito dal tempio funerario di Ramses II, uno dei monumenti più noti e significativi dell’antico Egitto durante il Nuovo Regno.
(C)Ministry of Tourism and AntiquitiesTombe, depositi e cantine per il vino
Tra le scoperte più rilevanti spicca la serie di tombe risalenti al Terzo Periodo Intermedio (circa 1070-664 a.C.), situate nella zona nord-orientale del tempio. Queste tombe presentano camere e pozzi funerari con vasi canopi e oggetti rituali ben conservati, oltre a sarcofagi inseriti uno dentro l’altro e ben 401 statuette ushabti in terracotta. All’interno sono stati trovati anche cumuli di ossa sparse. Nella parte settentrionale sono riemersi depositi utilizzati per conservare olio d’oliva e miele. Ci sono anche diverse cantine per il vino, dove sono state rinvenuti numerosi resti di anfore.
(C)Ministry of Tourism and AntiquitiesNella zona orientale, gli scavi hanno invece rivelato la presenza di edifici probabilmente adibiti a uffici amministrativi. Le aree circostanti erano disseminate di laboratori per la tessitura e la lavorazione della pietra, cucine e forni. Il tutto testimonia la vivacità economica del sito e la sua varietà di funzioni.
La “Casa della Vita”
Uno dei ritrovamenti più interessanti è la “Casa della Vita”, una sorta di scuola annessa al tempio, finora “inedita” all’interno del Ramesseum. Non solo è stato possibile delinearne la struttura architettonica. Sono però emersi anche resti di disegni e giochi, prove che il Tempio ospitasse anche una scuola o centro di formazione per scribi e funzionari.
(C)Ministry of Tourism and AntiquitiesRestauri e ulteriori scoperte
Nel Ramesseum la missione archeologica ha anche riportato alla luce la tomba di “Sahteb Aib Ra”, situata nella zona nord-occidentale del tempio, già scoperta dall’archeologo inglese Quibell nel 1896 e risalente al Medio Regno. Le sue pareti, decorate con scene funerarie, sono state studiate e restaurate. Inoltre, sono stati completati anche i restauri della parte meridionale della sala delle colonne fino al “sancta sanctorum” insieme al primo cortile. Qui gli esperti hanno rimontato i frammenti della statua di Tuia, madre di Ramses II, e li hanno riposizionati vicino alla statua del faraone. Anche le gambe della colossale statua di Ramses II sono state restaurate e riposizionate sulla base originale.
(C)Ministry of Tourism and AntiquitiesNella zona del secondo pilone, inoltre, è riemerso un frammento di architrave in granito raffigurante Ramses II divinizzato davanti ad Amon-Ra, oltre ai resti di un cornicione con fregi raffiguranti scimmie. Gli scavi lungo le vie processionali hanno riportato alla luce anche diverse statue del dio Anubi.
Un tempio dai mille volti
(C)Ministry of Tourism and AntiquitiesIl ministro del Turismo e delle Antichità, Sherif Fathy, ha elogiato gli sforzi compiuti dalla missione per svelare nuovi segreti del Ramesseum e corroborarne il ruolo nella società egizia antica. Mohamed Ismail, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, ha sottolineato l’importanza di questi ritrovamenti: “Il Ramesseum non era solo un luogo di culto, ma un centro amministrativo ed economico che redistribuiva i prodotti agli abitanti, a cominciare dagli artigiani di Deir el-Medina”. Ha aggiunto che il sito, già occupato prima della costruzione del tempio da Ramses II, fu riutilizzato come necropoli sacerdotale dopo aver subìto diversi saccheggi, per essere infine utilizzato come cava durante i periodi tolemaico e romano.
(C)Ministry of Tourism and AntiquitiesHisham El-Leithy, responsabile egiziano della missione, ha annunciato che i lavori proseguiranno nella speranza di effettuare ulteriori scoperte. Dal canto suo Christian Leblanc, capo della parte francese della missione, ha ricordato il restauro del palazzo reale adiacente al primo cortile, che ha permesso di ricostruirne la struttura originale, con sale di ricevimento e la stanza del trono.
Una missione che dura da 34 anni
Attiva dal 1991, la missione egiziano-francese continua a esplorare e restaurare il Ramesseum, confermandone l’importanza per la storia egizia. Le scoperte finora effettuate arricchiscono le nostre conoscenze sul passato egizio e confermano il valore del tempio come patrimonio storico universale.