slowforward<p><strong>frammento da “re nudo”, giugno 1971</strong></p><p>La società della merce ha la possibilità di convertire in fenomeno mercantile anche i momenti che sorgono a metterla in discussione; può uccidere la pratica della verità recuperando dai fatti, anche i più radicali, l’aspetto rappresentabile, rendendoli consumabili.</p><p>La figura dell’ultimo tupamaros assassinato diventa così un fenomeno di cultura, la novità dell’editoria, del progressismo, dell’industria dell’abbigliamento.</p><p>La società dello spettacolo può venderci il Che insieme alla CocaCola.</p><p>Anche il rifiuto di cercarci un posto in questa società di merda per costruire una società dove sia accettabile anche avere un posto, il rifiuto di appropriarci di un potere divenuto consumabile, che riduce il nostro spazio vitale alla semplice sopravvivenza, il rifiuto di veder compresso. il nostro tempo nella dimensione schiavistica del ruolo sociale è soggetto alla aggressione dell’ideologia del potere dominante. E non solo quando mandano i P.S. a menarci se vogliamo ascoltare gratis la nostra musica, non solo quando non volendo accettare la schiavitù della catena di montaggio ci rendono schiavi in galera, non solo quando, a Milano, Danzica, Battipaglia, Torino, Watt, Reggio, Chicago, Stettino la volontà di riappropriarci del tutto senza riserve trova ad aspettarci i carri armati, le botte, le fucilate, la repressione aperta.</p><p>Quando chiamano cultura i nostri tentativi di vivere in modo alternativo cercano di creare una separazione in un ambito che per noi è unito, indivisibile: la vita. Vogliono venderci il loro spettacolo della rivoluzione, ridurre le nostre capacità di lotta come Movement.</p><p>Lo spettacolo della rivoluzione rossa con l’eschimo e il distintivo di Mao si adegua ai nuovi tempi. La società mercantile ripropone la nostra esistenza di merda con un po’ più di colore e di luci psichedeliche.</p><p>Sta nascendo anche in Italia una stampa che molte volte utilizza solo passivamente gli schemi dell’underground così come ci sono raccontati dai vari Times, Le Monde, Corriere della Sera, riproponendoli cioè nelle loro forme spettacolari, separate dalla realtà delle nostre condizioni di vita.</p><p>Counter-culture presso i compagni e i fratelli del Moviment significa vita alternativa; è un tutt’uno con la prassi rivoluzionaria, non esiste assolutamente una separazione, il denominatore comune è l’aspirazione a distruggere la miseria della sopravvivenza e la società che la organizza.</p><p>Il termine controcultura, così come ci viene somministrato, costituisce nella pratica l’allineamento con il vecchio mondo<br>[…]</p><p>(da “Re nudo”, giugno 1971)<br><a href="https://archive.org/details/re-nudo-n.6-n.1-nuova-serie-1971/page/n1/mode/1up" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank">https://archive.org/details/re-nudo-n.6-n.1-nuova-serie-1971/page/n1/mode/1up</a></p><p><a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://slowforward.net/tag/anarchia/" target="_blank">#anarchia</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://slowforward.net/tag/controcultura/" target="_blank">#controcultura</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://slowforward.net/tag/movement/" target="_blank">#Movement</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://slowforward.net/tag/movimento/" target="_blank">#Movimento</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://slowforward.net/tag/re-nudo/" target="_blank">#ReNudo</a></p>