la poesia artificiale di nanni balestrini / manuela gandini per ‘ahida’
● ahida (rivista online in preparazione) – comparto comp/art: «La poesia artificiale di Nanni Balestrini», di Manuela Gandini
1961. Nell’interrato della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde di Milano c’è un computer grande come una stanza che viene attivato alla presenza di un piccolo gruppo di giovani in giacca e cravatta. Odore di elettricità, di cavi, di plastica, ferro, gomma e legno. Il sistema IBM 7070 è collegato a 14 unità a nastro magnetico 729/II e 2 sistemi IBM 1401.
È il mio anno di nascita, ma anche l’anno di nascita della poesia artificiale di Nanni Balestrini. Il suo progetto “criminale” è di sopprimere l’autore (il poeta) eliminandolo dalla produzione della poesia. La poesia verrà composta dalla macchina e non dall’umano.
Quel giorno, oltre a lui, sono presenti Umberto Eco, Luciano Berio, Alberto Nobis (ingegnere IBM) e qualche altro tecnico. L’emozione è palpabile, l’esperimento epocale. Allora nessuno, tranne le istituzioni, possiede un computer.
Nanni ha estratto dei brani da tre libri – «Diario di Hiroshima», di Michihito Hachiya; «Il mistero dell’ascensore», di Paul Godwin e «Tao Te Ching», di Lao Tse – e li ha inseriti nel software dell’ordinatore per ottenere una poesia imprevedibile e infinita in un flusso combinatorio che giustappone le frasi. Apocalissi e saggezza! «Era una cosa molto semplice, banale», ha commentato l’autore. Il computer stampava 600 righe al minuto per decine di metri e Balestrini, rifacendosi alla pratica surrealista del «Cadavre Exquis», ha isolato i componimenti più interessanti e li ha incisi nella storia.
Ieri ho letto su «Il Corriere della Sera» la grande novità del secolo: il «Poem Booth» che (nato nei Paesi Bassi) arriverà al prossimo Salone del Libro di Torino. Si tratta di una «macchina per la poesia» – di Ellen Deckwitz – la quale di fronte a un visitatore scrive automaticamente una poesia/ritratto, utilizzando frammenti dei brani poetici dell’autrice. E allora Viva la poesia! Viva la @macchina! E viva le figlie e i figli del Balestrini artista e poeta, a patto che, questi, non facciano tabula rasa della Storia.
I ribelli del Gruppo 63, con immensa fatica, hanno fatto una rivoluzione linguistica; Balestrini ha immaginato e sperimentato oltre mezzo secolo fa le potenzialità dell’AI buttando all’aria il ruolo di autore. E adesso? Tutti dimentichi?
● foto di S.B. , via Cernaia, Roma, 2018