Preferite avere un profilo monotematico in cui parlate di un singolo argomento o preferite spaziare e parlare un po' di quello che vi pare?
@quattro_bit Però non è male spaziare. Anche per aprire filoni di discussione diversi.
Forse sarebbe giusto differenziare tra chi parla di un po' di tutto e chi pensa di sapere un po' tutto. Se non ho capito male, il tuo commento si riferisce a questi ultimi.
@scapigliato soprattutto a questi ultimi, ma non solo. Spaziare, come dici tu, richiede una particolare attenzione da parte di chi scrive e un particolare impegno da parte di chi legge (di tempo, principalmente) che quasi nessuno ha. Il problema dello "spaziare", cioè di rendere una visione a 360° della vita di ognuno è il motivo per cui anche un musicista si sente in dovere di raccontare cosa mangia o dove va in vacanza. Mentre a me, magari, interesserebbe sapere solo come va il disco nuovo.
@quattro_bit L'ultimo esempio, effettivamente, è uno spunto interessante. Secondo te la dichiarazione di intento di un profilo aiuta? Cioè, se dico di scrivere cose riguardo argomenti vari (come nella mia bio), aiuta chi decide di seguirmi? O anche, spaziare "ogni tanto" ci sta?
@scapigliato Senz'altro aiuta: penso che la bio dovrebbe essere una prima base su cui scegliere cosa si vuole seguire e cosa no. Alla fine la comunicazione positiva dovrebbe essere un fatto altruistico. In un mondo ideale, ovviamente. Poi dipende anche dal modo in cui si concepisce il fine di un social: se è visto come passatempo e "for the lulz" le regole saltano sempre. Però c'è anche chi è troppo vecchio per poterselo permettere :)
@scapigliato penso che questa, in fondo, sia la grande differenza tra la internet "1.0" e tutto quello che è venuto dopo coi social network, in cui si è accentrato l'interesse sui profili delle persone e sulla falsa convinzione che si conduca sempre una vita interessante, da presentare quasi in maniera maniaco-ossessiva. Lo dico senza ombra di polemica ma solo come amara considerazione, ripensando ai tempi in cui c'erano i newsgroup tematici. Per me il "monotematico" è l'unica salvezza.